“Le Signorine” di Felice Casorati.
Dolores, Violante, Bianca e Gioconda non esistono. Sono figure ipnotiche, che attraggono il visitatore, seducono lo sguardo. Non si può che ammirarle nella loro luce diafana, sospesi come in uno stato di trance.
Dolores è vestita di scuro e ha le mani al viso, in una posizione mesta e addolorata. Violante stringe tra le mani una scatola, è uno scrigno che nasconde un segreto, rappresenta la malinconia. Poi c’è Bianca, nuda e virginale, che rappresenta anche attraverso la postura, la purezza. Ma niente è come sembra e lo specchio dietro di lei riflette un corpo diverso. E infine Gioconda la donna sposata, florida sorridente ed appagata con la sua fede al dito.
Ai piedi delle signorine ci sono gli oggetti che fanno da commento ai personaggi e ricordano gli elenchi della poesia crepuscolare, le “buone cose di pessimo gusto” di Gozzano. Ci sono un ventaglio, un portagioie, fiori recisi, con le pietre, il vetro e le cassette di legno.
La luce è quella dell’alba, con una dominante azzurrina e verde. Ed è l’albero alle spalle delle donne a dare questa tinta al dipinto. Con tutta probabilità si tratta del cedro del Libano di Piazza Bra su cui affaccia una delle finestre dello studio veronese di Casorati.
Le Signorine è una delle opere più magnetiche della mostra “Felice Casorati. Il concerto della pittura” alla Fondazione Magnani-Rocca. Casorati la dipinge nel 1912, il quadro è esposto alla Biennale di Venezia dello stesso anno, rappresenta un grande successo e segna la consacrazione definitiva del pittore.
Ci colpisce un’atmosfera sospesa e silenziosa, pervasa da misura, ordine, malinconia e mistero. Le signorine sono quattro simboli, quattro realtà differenti. Corpi vivi in una natura morta a comporre una “vanitas” incredibilmente contemporanea.
Scopri “Le Signorine” una delle opere più magnetiche della mostra “Felice Casorati. Il concerto della pittura” alla Fondazione Magnani-Rocca.